Sempre più si sente parlare di Feng Shui ma si ha molta poca chiarezza su questa antichissima disciplina cinese. Erroneamente viene trattato/pubblicizzato come “filosofia”, “stile di arredamento”, “pratica religiosa o superstiziosa” etc… ma altro non è che lo studio di come l’ambiente, naturale o costruito, riesce ad influenzare l’individuo e come i suoi elementi (forma, colore, luce, suoni, etc…) lo possano condizionare a livello psicofisico.

In realtà ognuno di noi applica il Feng Shui quotidianamente in maniera più o meno consapevole: basti pensare alla scelta del posto a sedere “perfetto” nel momento in cui entriamo in un ristorante. In quei pochi secondi in cui cerchiamo di conquistare la postazione ad angolo, quella che ci permette di avere le spalle coperte con visuale completa sulla sala e tutti gli ingressi, ecco che la forte componente istintiva di ognuno di noi ha la meglio senza che ce ne si renda conto.

Introdotti in spazi nuovi e sconosciuti, cerchiamo di adattarci velocemente e nel miglior modo possibile. Per fare ciò ci basiamo su un livello di comunicazione più profonda rispetto a quello che si usa tra persone, diverso quindi da quello dove il significato delle parole che usiamo ed il tono della voce hanno un peso nello sviluppo di un dialogo. La comunicazione con l’ambiente avviene solo a livello “non verbale”, cioè solo tramite la lettura e la percezione delle forme, posture ed atteggiamenti che ci rimandano ad immagini e situazioni che innescano in noi reazioni automatiche ed istintive.

Queste reazioni possono essere:
- Dinamiche, di attivazione, da cui lo stress ed un certo dispendio di energie che, se protratto nel tempo, può anche portare a disturbi fisici e psicologici, più o meno seri,
- di calma, quando le difese si abbassano e sentirci al sicuro permette al nostro organismo ed alla nostra mente di rilassarsi completamente, riuscendo così a spostare tranquillamente la nostra attenzione e concentrazione su qualsiasi altra attività sia necessario.

Siccome però fin da bambini ci viene insegnato a non dar peso a certe sensazioni, la persona crescendo impara a negarle, perdendo di fatto il collegamento tra percezione e mente razionale, rischiando così di non riuscire più a riconoscere situazioni più o meno svantaggiose per lo svolgimento delle attività che deve/vuole svolgere durante la giornata.

Applicare il Feng Shui vuol dire prima di tutto:
Avere la capacità di percepire e riconoscere gli stimoli ambientali, siano essi favorevoli e sfavorevoli e poi adattarsi a questi in base alle proprie necessità.

Il lavoro del Consulente Feng Shui consiste nel riconoscere quelle informazioni che risultano essere un ostacolo per lo svolgimento delle attività che il cliente si prefigge, eliminandole se possibile o comunque limitandone gli effetti. Al contrario poi, deve essere capace di introdurre altri elementi che possano invece sostenerlo, creando così la massima corrispondenza tra gli impulsi che l’organismo riceve dal luogo e la funzione che tale luogo deve svolgere.
Si lavora con le forme, lo spazio, i percorsi di attenzione ma anche con direzioni e tempi. I livelli di analisi sono molteplici ed è fondamentale capire quali tecniche siano importanti da applicare e quali no, a seconda della situazione che ci si trova ad analizzare.
Naturalmente è indispensabile capire che tipo di spazio creare tenendo ben presente:
a- la funzione svolta,
per il Feng Shui abitativo si tenderà ad usare componenti più yin, per il recupero delle energie, mentre per il Feng Shui lavorativo si prediligeranno aspetti yang per aumentare l’attività ed il flusso dei clienti (per esempio di un negozio)
b- la persona che deve beneficiare dell’intervento,
la sua componente energetica, le sue esigenze ed i suoi obiettivi individuali.
Per questo non ha molto senso parlare di regole standard da applicare con il Feng Shui, ogni intervento è specifico ed individuale, calibrato sulle necessità del momento in cui viene richiesto.